L’antico “cogito ergo sum” diventa oggi “posto ergo edo”: condividere sui social il cibo è ormai una prassi, potremmo dire persino parte integrante del processo nutritivo e fisiologico. Siamo tutti un po’ food blogger, in fondo basta fotografare la pietanza che arriva sulla nostra tavola, che sia essa cucinata da noi o comodamente servita. Si dà così il via ad un nuovo tipo di passaparola digitale, immediato ed interattivo che ha cambiato il modo di comunicare e soprattutto vedere il cibo.
Il fenomeno del food blogging arriva in Italia nel 2005, anno in cui fioriscono le prime piattaforme dedicate alle ricette. Impossibile non conoscere Giallo Zafferano o il più recente Fatto in casa da Benedetta che è persino emigrato in televisione col nome Fatto in casa per voi. Per essere un food blogger non bisogna necessariamente saper cucinare, è sufficiente fare uno scatto di qualità al piatto o fotografarsi mentre lo si mangia di gusto. Celebri le foto di Chiara Ferragni con la sua pizza che si rigenera e come lei, tante altre star si fanno immortalare con del buon cibo, ma mai nulla è casuale.
Con l’avvento dei Tik Tok e dei Reels il mondo della cucina è ancora più vivace: transizioni, musiche di sottofondo e ricette veloci da gustare, tutto direttamente sul palmo della nostra mano. Spopola con la sua semplicità e simpatia la tik toker 22enne Andriana Kulchytska, che ha conquistato il web con le sue ricette dietetiche ma al contempo sfiziose.
In Italia l’argomento in questione trova terreno fertile poiché la nostra penisola gode di un’antica e ricca tradizione gastronomica: si parla di un vero e proprio culto del cibo, molto più che una questione di puro sostentamento. La quantità massiccia di contenuti sul web non ne ha diminuito la presenza altrove: in televisione proliferano canali dedicati interamente al mondo delle ricette e sempre più numerosi sono i programmi dedicati alle sfide culinarie.
Come diceva Apicio nel I secolo d.C. “il primo assaggio è quello con gli occhi” e nel XXI secolo questa affermazione acquista ancora più valore. Non a caso sui nostri smartphone abbiamo il filtro yummy, per una migliore acquisizione e resa dei colori delle nostre foto di prelibatezze. Che mangiare sia diventata più una questione di apparenza? Cosa cerchiamo oggi, il buono o l’instagrammabile?