SI PUÒ TUTELARE GIURIDICAMENTE UNA RICETTA?

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Oggi, 26 aprile, è la Giornata Mondiale dedicata alla Proprietà Intellettuale. Ne approfittiamo quindi per parlarne in ambito alimentare.

Cucina non è solo nutrimento, cucina è sperimentazione continua e ideazione di nuove creazioni, vere e proprie opere d’arte. L’attività di dare vita a nuovi accostamenti di ingredienti, mai associati prima, giuridicamente viene definita con il termine di “brevetto“.

Si può dunque tutelare giuridicamente una ricetta?

Per rispondere a questa domanda bisogna innanzitutto dire che il diritto d’autore, in questo settore, ben potrebbe tutelare un particolare impiattamento o un libro di ricette purché, in entrambi i casi, il pubblico di riferimento vi possa attribuire un carattere creativo o artistico nuovo e quindi, per stare a quest’ultimo esempio, non un mero elenco di ingredienti e descrizioni del procedimento da seguire ma un libro con espressioni, immagini, curiosità che denotino la personalità dell’autore e il suo impegno creativo.

Da un lato, dunque, deve trattarsi dell’espressione non banale dell’idea dell’artista, dall’altro, tale idea deve comunque poter essere distinguibile da un’opera realizzata in precedenza. Un altro fattore da prendere in considerazione, soprattutto per i creativi del cibo, è che per godere di tutela non occorre che l’opera sia per forza documentata tramite foto o descrizioni su supporto cartaceo o informatico ma, al contrario, è sufficiente che il pensiero dell’artista venga materialmente concretizzato e realizzato.

Inoltre, la tutela del diritto d’autore è assolutamente gratuita e scatta automaticamente a partire dal primo momento in cui l’opera viene ad esistere. Chiaramente, per evitare dispute in merito a chi per primo abbia concepito e realizzato l’opera, è consigliabile il deposito presso la SIAE o un’altra società equivalente. I diritti patrimoniali nascenti da questo strumento di tutela durano per tutta la vita dell’autore e per altri70 anni oltre la sua morte.

È chiaro che non tutte le ricette che ogni giorno vedono la luce vengono registrate come brevetti; c’è anche chi decide di lavorare senza avvalersi di alcuna legge che tuteli il diritto d’autore. È questo il caso dello chef Enrico Bartolini che a tal proposito afferma: “sino ad oggi non mi sono attivato in alcun modo per tutelare i piatti, ho provato a farlo sul nome e sul brand, ma con esiti negativi. Quindi ho pensato che se un piatto o una ricetta in cui noi, come team, ci sentiamo riconoscibili viene copiato, è più un problema di chi copia, che così facendo arricchisce la nostra comunicazione e il nostro marketing.”

Una cosa è certa: a prescindere da come gli chef intendano muoversi per far valere i propri diritti in cucina, è evidente che anche l’arte culinaria necessita della propria tutela proprio essendo frutto d’estro creativo!