Che differenza c’è tra vegano e vegetariano?
Le persone che abbracciano l’alimentazione vegetariana non mangiano la carne animale (sia che si tratti di animali terrestri, sia quelli acquatici). Chi abbraccia un’alimentazione vegana, invece, non mangia alcun tipo di derivato animale, quindi (ovviamente) carne ma anche uova, latte, miele e tutto ciò che ha a che fare con gli animali.
Al di là di ogni buona o discutibile intenzione da parte di chi si appoggia a questo stile alimentare, ciò che da sempre conta nel mondo del marketing e dell’economia sono i numeri e le statistiche. Il numero di vegani è in aumento da anni senza colpi di coda o rallentamenti. Per questo motivo, tenere in considerazione questo evidente fenomeno di crescita potrebbe essere un’efficace strategia per includere tra i propri clienti anche coloro che vogliono evitare il consumo di carne e derivati.
Si stima che quasi il 9% della popolazione italiana rappresenti i vegetariani e vegani nel nostro paese quindi, potenzialmente, un cliente su dieci potrebbe scegliere un piatto senza carne e/o senza i suoi derivati.
Un trend, quello dell’alimentazione vegetariana o vegana, che richiama l’attenzione anche al mondo della ristorazione. Secondo un sondaggio svolto dall’app The Fork, tra i propri utenti, ad attrarre maggiormente sono i locali che offrono una cucina vegetariana (71%), vegana (17%) o la meno nota crudista (6%). Il 30% degli intervistati sostiene di aver approfondito la propria posizione e il proprio interesse sulla dieta vegana grazie ai social media, a conferma di come la questione crei buzz su questi canali. Intanto, vip internazionali capaci di parlare alla generazione Z, e non solo, si fanno sponsor di una dieta vegana o vegetariana, come nel caso di Ariana Grande e Miley Cyrus.
Progettare uno o più piatti completamente vegetali e valorizzarli sui social potrebbe attirare la clientela con esigenze diverse dalla maggioranza e invogliare il cliente abituale a sperimentare qualcosa di nuovo e diminuire il consumo di carne.
Cosa ci aspetta nel 2030?
Cresce nei consumatori la consapevolezza delle problematiche legate al consumo di carne, come il benessere degli animai, l’impatto ambientale, il cambiamento climatico e le minacce alla salute causate da un eccessivo consumo di carne. E così, se pur lentamente, si nota una presa di consapevolezza e un cambiamento nelle abitudini alimentari dei consumatori. E questa sembra essere davvero una buona notizia.