Una clausola capestro per impedire ai giovani dipendenti di esercizi pubblici e ristoranti di lasciare il posto di lavoro anticipatamente. Una vera e propria penale, una tassa di mille euro indicata nel contratto di assunzione, per impedire licenziamenti volontari anticipati.
È questa l’ultima trovata nella Marca Trevigiana, nota per la quantità di ristoranti, bar e trattorie, dove da tempo si registra una penuria di manodopera.
Nei primi 30 giorni di prova, mentre il datore di lavoro può licenziare, il dipendente non se ne può andare, altrimenti deve pagare mille euro.
Nella lettera d’assunzione esibita dal segretario provinciale Alberto Irone c’è infatti riportato che: “le parti qui firmatarie concordano che le eventuali dimissioni anticipate comporteranno l’applicazione di una penale pecuniaria valutata consensualmente in € 1000 (mille), fatta salva l’ulteriore possibilità di richiesta di risarcimento del danno”.
Quindi, per un contratto di due mesi viene quantificata in modo anomalo una penale non prevista, ma il datore di lavoro si tiene anche le mani libere di fronte a un possibile ulteriore richiesta di danni.
Tra le fine del 2021 e l’inizio del 2022 decine di lavoratori, appartenenti ad aziende diverse, si sono rivolti ai sindacati perché i datori di lavoro stanno allegando ai contratti individuali delle clausole capestro.
Ipotizziamo che un cameriere, assunto per due mesi a tempo determinato, decida di lasciare il posto prima della fine del contratto. In questo caso, si ritroverebbe costretto a pagare una multa salatissima, anche superiore alla paga base. Insomma, una persona non viene pagata per quello che fa, ma viene non-pagata per aver deciso di andarsene anticipatamente.
Ma non è normale che un datore di lavoro cerchi di trattenere i dipendenti?
La risposta ce la dà il segretario provinciale di Filcams-Cgil: “c’è una disciplina giuridica che dice che se sono assunto a tempo determinato e mi allontano prima del termine, in linea teorica, il datore può rivalersi per il periodo lasciato scoperto. Ma qui accade una cosa diversa: è una penale consensuale che viene imposta a priori. È la prova di come le garanzie dei lavoratori si riducano sempre di più”.