DALL’ITALIA ALLA CONQUISTA DEL MONDO: L’INCREDIBILE STORIA DELLA PIZZA

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All’estero si possono trovare una miriade di versioni che si discostano più o meno dall’originale: alcune sembrano appetitose, altre lasciano un po’ interdetti, altre ancora sono in grado di sorprendere piacevolmente il palato, tanto che le pizze scoperte all’estero sono facilmente reperibili anche lungo lo stivale. Oggi vi raccontiamo alcuni degli stili di pizza più diffusi nel mondo, dagli Stati Uniti al Giappone.

Le varianti di pizza made in USA sono quelle a noi più familiari: immensi dischi di pasta, spesso biscottata, popolano la nostra immaginazione ormai da tempo: nei film e nelle serie tv americane osserviamo stupiti l’arrivo dei delivery guys oberati da enormi scatoloni quadrati. Lo stile statunitense, a sua volta, si frammenta in varianti cittadine più o meno conosciute: pizze ampie, con uno spessore a metà tra la nostra pizza al taglio e quella tonda al piatto. Ogni stile ha il proprio nome: New York style, Californian style fino ad arrivare alla celebre Deep dish o Chicago style, una pizza che sembra una crostata, con tanto di bordo rigido, e che viene cotta in teglia. Uno dei condimenti preferiti dagli americani è rappresentato dalla classica e gettonatissima pepperoni, un nome che inganna visto che si tratta di un particolare tipo di salame piccante di dubbia origine italiana. Le salse, ovviamente, abbondano!

Spostandoci in Sud America, il Brasile vanta il primato di un numero immenso di pizzerie diffuse nelle grandi città. Lo stile brasiliano presenta una pizza abbastanza sottile con bordo pronunciato e una buona varietà di condimenti, a volte anche abbastanza arditi: il manzo alla Stroganoff è tra quelli più popolari. Nel campo dei formaggi non si può non citare il catupiry, un formaggio cremoso, parecchio utilizzato in cucina e spesso aggiunto anche alla pizza.

Il Giappone, curiosamente, è la nazione orientale che più si attiene alla tradizione italiana: le pizzerie napoletane sono molto diffuse e non è per niente raro trovare pizze senza nulla (o quasi) da invidiare alle sorelle partenopee. Al di fuori di questo limbo italiano, le pizze servite nei locali sono piccole ed estrose, con il mais che regna sovrano tra i condimenti e che spesso è fornito come extra.

In Sudafrica, una componente dolce è quasi sempre presente in ogni tipo di pizza: l’ananas è gettonatissimo, accompagnato da una buona quantità di salse.

La Corea si caratterizza invece per pizze stese parecchio alte, con cornicione biscottato e condimenti fra i più disparati: dalla frutta alla carne, fino alle adorate e sempre presenti patate dolci. Il formaggio è utilizzato appositamente per creare la cosiddetta “cheese crust” (crosta di formaggio), con una distribuzione massiccia su tutto il disco di pasta.

Tornando in Europa, verrebbe da pensare che la minore distanza chilometrica dal nostro Paese possa orientare la pizza verso stili meno estrosi, ma non è proprio così! Nel Nord Europa si apprezza il connubio dolce-salato di ananas, banane e curry, protagonista di una delle pizze più richieste.

In Inghilterra può capitare che alcune pizze contengano i capisaldi dell’English breakfast; un trionfo di fagioli, salsicce e uova ma anche patate, funghi, bacon. Condimenti normali? Tenete presente che tutti questi ingredienti si trovano sulla stessa pizza, in contemporanea!

Germania e Spagna non sono da meno nel deliziare i consumatori con alcune pizze in apparente stile italiano ma con condimenti al limite dell’improponibile. Oltre alle classiche e intramontabili Calabrese con salame piccante, Bolognese con ragù e Hawaiana con ananas, salta all’occhio la pizza con vermicelli conditi, distribuiti sul disco di pasta e coperti di formaggio. Non può mancare la carbonara con aggiunta di panna a uova e bacon.

Paese che vai, usanze che trovi! Tutto dipende da quanto ci si voglia avventurare nel gusto. Che si decida di varcare i confini italiani o di muoversi all’interno di essi, la pizza manterrà comunque la sua caratteristica principale, quella di mettere d’accordo qualsiasi palato e di integrare culture diverse, all’insegna della buona tavola, in qualunque luogo sia apparecchiata.